Bio
Profilo dell'artista
Recensioni in :
Ecod'arte moderna; Catalogo premio Italia 2008 (premio under 30); Catalogo internazionale d'arte moderna Mds n.11 e n.12; Catalogo galleria d'arte Chateau des Reaux; recensione sulla rivista di arte Boè; international contemporary artists vol1.
Critiche:
"L' indagine segnica portata avanti dall'artista M. è molto significativa. Le sue opere si caratterizzano per la presenza di una forte simbologia. Il significato, perso il suo valore puramente linguistico diviene Significante che conduce verso universi paralleli in cui il tacito diventa tangibile e il non detto chiede di essere ascoltato" .
critico d'arte: Salvatore Russo recensione sulla rivista di arte e cultura Boè.
....Quelle di M. sono opere ricche e vibranti che non scadono mai in una visione ridondante o barocca, ché anzi l’artista fa prevalere l’immaginario interiore, fatto di intenso costrutto coloristico, ma anche di levità atte a sospingere verso l’alto il sussurro della poesia. Infatti la poesia che ella esprime nelle sue opere, e che si lega anche ad un parallelo senso di musicalità, acquista ragione di elemento catalizzante, divenendo imprescindibile motore, che rende l’energia interiore di molte delle sue visioni. Nell’operato dell’artista si evince la volontà di soppiantare l’ambito meramente formale, che pur non è travalicato nelle sue regole essenziali, ma liberato di barriere precostituite, per consentire l’apertura al sentito, una proposta fra astrazione pura e figurazione, che pone come pregnante la vibrante visionarietà, così vivace ed illuminata da assurgere a “patos immaginifico”. Da subito l’artista ha cognato un suo stile, un suo universo, fatto di spirali di luce, di scintille e turbinii che ricordano nei loro bagliori il mondo giovanile delle discoteche, il mondo d’artificio che ci circonda ovunque, con i suoi richiami, con le sue tentazioni; ma poi l’artista operando con abile tecnica a collage, che al momento predilige, riporta immagini del reale, a volte fiori a volte figure femminili da rotocalco, che si trovano circondate ed anche al contempo immerse in un mondo di sogni. In questo a mio modo di vedere mi pare che la M. pronunci un tentativo di recuperare una dolcezza poetica potremmo dire “romantica”, per rileggere alla sua maniera l’attualità del vivere con le sue infinite contraddizioni. Noi tutti ci muoviamo accolti da mille luci, che formulano altrettante illusioni, che narcotizzano le coscienze, finendo per farci vivere fuori dalla realtà. In tal modo l’apparire superando l’essere lascia spazio alla rinuncia di quel pizzico di consapevolezza, che se presente potrebbe suggerirci l’abbandono almeno in parte dell’affannosa ricerca dell’amor proprio e della vanità, prodotti evidenti dell’individualismo delle attuali società a favore di una maggiore libertà da bisogni fatui, che in altri termini si potrebbe tradurre come maggiore umanità e quindi senso del sociale di appartenenza di condivisione al fine di amore. Dunque immagini che raccontano il mondo reale per metafora, dove dietro l’apparenza illuminata dell’opera è l’ansietà del vivere. Ne nasce un messaggio, da cogliere sotto la coltre iridescente di facciata, da comprendere e da svelare a poco a poco, come fiori che si stemperano nella poesia suggerita in una pittura vivace ma al contempo morbida e soavemente resa nell’abbraccio delle velatura. Le cromie dei primi piani sono decise, di evidente pronunciamento, anche per la soverchia volutamente stagliante, della parte a collage, poi il tutto trova approdo e si addolcisce, nello sfondo armonioso e delicato della resa pittorica. Anche il sentiero tecnico illustrativo è diverso ovvero non decollages ma collage, non immagine strappata e ricondotta sulla tela o tavola per richiamare le immagini della pubblicità, ma immagini ben ritagliate dai giornali, per ricavarne forme di matrice simil-fotografica da far interagire nell’elaborazione mentale inconscia con un percorso poetico interiore. La M. rivolge lo sguardo ad un nuovo sentiero ancora in via di definizione e non facilmente codificabile ma certamente personalissimo e non privo di originalità, inteso certo a recepire evidenti ragioni di spontaneità “anarchica” d’action panting, o se vogliamo di quella propaggine neoromantica che fu sferzata vigorosa e gestuale impartita dal Jackson Pollok. Ricerca nei colori della sua strabiliante tavolozza, una nuova dimensione visiva, un nuovo pronunciamento, che si snoda fra istinto e passionalità, fra gesto libero e conduzione psichica, impulso e sentimento. Ella richiama la “pittura di gesto” quando insinua “svirgolate” di colore percolanti sulle basi atte a raccoglierne precipitazioni cromatiche, ma poi in altre opere si addolcisce quasi si trasforma, svanisce ogni durezza ed esce la purezza interiore dettata dalla voce melodica dell’animo.
M. riesce dunque con efficacia a scalfire la soglia della mera descrizione, o proclamazione per balzare alla cronaca dell’arte per l’originale creatività ed ancor più per il personalissimo cromatismo, coniato per non lasciarci indifferenti, anzi per coinvolgerci in un viaggio di umanità, che se da un lato è introspettivo, dall’altro ci rende partecipi ed attivi protagonisti di una visione sempre diversa ad ogni istante, come le mille prospettive e profili in cui oggi l’umanità si muove. In queste opere ognuno può ritrovare se stesso, perché parlano al presente, illustrano la nostra vita, lo fanno con semplicità apparente, volendo esprimersi con linguaggio universale per meglio scalfire le barriere dell’indifferenza o della sufficienza. Con lei l’arte si fa intenzione genuina, autentica, non solo immagini ma voci dal contemporaneo sentire. Ecco cosa può aiutare lo sviluppo odierno dell’arte: la novità che sfugga al banale. Nonostante la giovane età mi dimostra di essere in grado con una dose d’istinto e di creatività non comuni ed anche con l’ausilio di una solida preparazione di produrre opere di una forza e di un portato emozionale estremamente rilevante. Se da un lato non vi è ancora una connotazione stilistica omogenea, ma diversi appaiono i filoni di ricerca, tuttavia tutti i percorsi intrapresi attualmente conducono alla volontà di rendere significante l’esperienza esistenziale, volendo fare del valore estetico uno slancio vitale che riscatti l’uomo dagli evidenti limiti terreni e dia nuovo slancio alla costruzione delle società future, ove la fantasia, la creatività, la dolcezza possano essere obiettivi da raggiungere per scalfire le corazze mai riposte dell’indifferenza, per ridare nuovo slancio alle coscienze riappropriandoci di valori morali che ci appartengono.....
Franco Bulfarini Critico d'arte
giovane pittrice toscana, come lei stessa afferma i suoi lavori sono l’espressione dei suoi sentimenti delle esperienze vissute. Miscela le sue passioni come la fotografia e la pittura unendoli con il collage… .. Questo mix rappresenta il meglio per esprimersi …. “Ho un attaccamento quasi materno...i miei quadri nascono dall'amore che provo per l'arte e la vita e darli via per me è grosso distacco..…” Opere ricche d’intensità, di tutto ciò che si può contenere. Un quadro che vibra, dove le figure si confondono con i mille pensieri rimanendo però sempre vive. Si viaggia alla continua scoperta: ricerca di colori, luci, di cercare di impadronirsi di ogni attimo. Le luci e colori dosati attraverso un turbinio di imput dati dal mondo esterno. Riscattare se stesso in quel gesto pittorico, che porta alla rappresentazione del buco nero che inghiotte l’uomo. Tutto in un certo senso ha un doppio, il concetto dell’astratto e del suo figurativo, si cerca di elaborare, di comprendere il colore nelle sfumature della vita e l’immagine è il catalizzatore che permette di vedere il vuoto, il silenzio del se stesso. Si ritaglia la realtà per imprigionarlo: ogni volto, ogni corpo rappresentato è come sospeso nel vuoto, pronto a riempirsi di tutti quei imput esposti in collage ma nello stesso tempo quel qualcosa di organico e tattile che ricerca la propria coscienza e la forza per esprimere la sua esistenza. Un ermetismo che si disintegra nel tempo, in emozioni negli stracci dell’essere immortalato. Il rapporto del corpo che quasi si dissolve per entrare nel gioco di macchia astratta, le linee che rimangono pure quasi a sfumarsi, il bianco che si dissolve in una intangibilità ascetica, immagini che escono dal quadro come se fossero ombre, sagome per comprendere il mondo.L’evoluzione del pensiero, il parlare per comprendere: quindi linguaggi diversi di esperienze pittoriche. Una connessione non solo interpersonale ma anche con il sociale il mondo che si rispecchia nel quadro. Un puzzle che ricompone in un certo senso le sensazioni e la vita vissuta nel collettivo. La sfera dei ricordi e del se, si rapportano nel tempo per capire l’altro. Si seleziona e si unisce l’informe alla forma per segnare e tracciare una cartografia moderna, solchi, tranelli, artificiosità di immagine rubate al mondo che si fondano nella percezione di un gesto pittorico, intenso, della precaria esistenza. Una sorta di involucro, come in una prigionia, scale su scale, un labirinto dove siamo rinchiusi stretti senza via di uscita. Gli stessi colori accessi rendono l’immersione di quel mondo, l’equilibrio della struttura ci porta a non allontanarci da essa ma bensì a continuare a scoprire ogni suo piccolo dettaglio quasi in modo invadente. Anche nel bianco e nel nero, troviamo il rosso che spezza la composizione o il bianco che può confondere velando i contorni di ciò che circonda. Ecco infatti volti che fuoriescono da uno sfondo blu sembra quasi ghiaccio millenario, dove nel dietro in trasparenza si vede dell’altro … in alcuni momenti sembra dire : niente è come sembra …. Scenari quotidiani a volte urbani, a volte notturni come locali, qui convivono i nuovi simboli gli eroi trasformati e idealizzati dalla collettività, che l’artista ritaglia e strappa per inserirli in un contesto non convenzionale. Fotografia, supporto e pennello, colorano il suo stato d’animo e la sua interiorità. Cromatismo in stesure di colore come la libertà di lettura della vita. Si gioca con le linee in una geometria raffinata: nell’interno e nell’esterno si costruisce un quadro che viene indossato alla perfezione. Il quadro tende a catturare l’occhio per cercare di farlo suo, inghiottirlo nel suo mondo come se, oltre che farsi guardare in modo sfacciato volesse catturare le sensazioni e le illusioni dell’occhio dell’uomo comune. Una ricerca stilistica sconfinata alternando i toni ideali, dai più caldi ai più freddi, dal desiderio di rinascita e affermazione libero da ogni sfogo in sfumature e trasparenze del vedere al di sotto dell’apparenza una rappresentazione scenografica, dove convive in essa la luce e la speranza ma anche il dramma che il quadro stesso ogni tanto incarna in luoghi mentali.
critico d’arte: Marica Petti.